C’ho il nervosismo, quello del tempo che passa, quello che lei in questo tempo non c’è, quello che ti prende alla sprovvista la mattina presto e non te lo togli di dosso per tutta la giornata, quello dei film visti e rivisti, della cucina per non pensare, della musica hardcore allo stereo, del mi faccio la barba e i capelli e il caffè, del mi vesto bene e resto seduto sul divano, quello di un’altra sigaretta, dell’adesso la chiamo ma no non la chiamo, del nervosismo che mi mette nervosismo, del pensiero fisso, del che non me lo ricordo l’ultima volta che ero così nervoso avrò avuto vent’anni, dell’ultima volta che ho avuto vent’anni, quello che me lo faccio passare ma come, sì, una birra di certo aiuta, quella del chissà dove sei, con chi sei, dell’adesso esco, della prima volta che ti ho baciato, dei minuti convulsi prima del derby, insomma, quel nervosismo che fa sparire tutto il mondo, come se indossassi un cappotto di pelliccia di cammello in estate, come fare la doccia con la maschera e il boccaglio, come vivere le giornate sotto l’orizzonte dipinto di una scenografia teatrale che appena ti giri ci sbatti il naso, come quella cosa lì che tutti chiamano amore e io non so, non so come chiamare e un po’ me ne vergogno.
(foto originale qui)